Quante volte vi hanno detto che i fatti valgano più di mille parole? Questa sacrosanta verità è ancora più importante nel mondo di oggi, dove una vita sempre più digitale ha letteralmente abbattuto quelle sostanziali differenze che sino a pochi anni fa consentivano di distinguere la veridicità di un’impresa dalla semplice ambizione. Salvatore Forieri fa parte di quei sognatori che hanno dedicato anima e corpo al proprio grande amore, quello dell’alta velocità. Nel corso della sua intensa esperienza nel mondo automobilistico ha creato bolidi che fossero in grado di soddisfare quell’insaziabile fame di chilometri orari e mette a disposizione il suo know-how grazie alla Scuderia Forieri. C’è di più, infatti è proprio quest’italiano dal cuore grande e dalla mente brillante che detiene il record con la sua Porsche 997 GT2 Turbo by 9ff, una centrale nucleare su ruote che grazie agli oltre 1.800 cavalli di cui dispone raggiunge i 352 km/h, scatta da 0 a 100 in circa 3 secondi, arriva a 200 in 5,8 secondi e raggiunge ½ miglio in 13,63 secondi, un record mondiale tutto Tricolore. Lo abbiamo incontrato e dopo pochi minuti, è stato in grado di trasmettere quella grande passione e professionalità che lo contraddistinguono e che sono valse questo meritato successo.
Ciao Salvatore. Presentati e spiega di che cosa ti occupi?
Innanzitutto, con molta emozione, introduco brevemente me stesso, Salvatore Forieri, per donare il giusto spazio, di seguito, alla descrizione della realizzazione del mio sogno. Nella mia vita amo essere tutto e niente allo stesso tempo, l’unico vincolo che ho è seguire il cuore e l’istinto, il tutto perfezionato da un approccio mentale globalizzato, portando nel cuore costantemente il tricolore che inorgoglisce il mio animo ed il mio cuore. Sicuramente posso affermare che nasco imprenditore ed amo mettermi in gioco e superare i miei limiti.
Raccontaci com’è nata la Scuderia Forieri.
Proprio per questo che oltre alle aziende storiche fondate nel passato, ho voluto affiancare – anche se viviamo in un periodo storico non favorevole – una mia piccola Scuderia attualmente in espansione e costruzione nel vero senso della parola, che si occupa fondamentalmente di concretizzare i miei sogni e quelli dei miei clienti, donando l’esperienza che ho acquisito nel mondo delle competizioni sia come pilota che co-sviluppatore dei miei stessi progetti. Non dimenticando che all’interno della Scuderia si può trovare anche una piccola selezione di auto in vendita, speciali, da collezione o competizione.
A chi si rivolge la tua Scuderia? Qual è il tuo cliente tipo?
Ovviamente i clienti della Scuderia sono persone appassionate, vincenti, intelligenti con un approccio mentale evoluto, anche perché se così non fosse non accetterei le loro richieste, ma non per superbia, ma perché non inseguirebbero un sogno ma solo un insignificante risultato.
Adesso è il momento di parlare del tuo gioiello, la tua 9ff.
Tornando alla protagonista, cioè l’espressione del mio “io” sotto forma di auto, la Porsche 9ff “Salvatore Monster” è un concentrato di passione, sacrifici ed evoluzioni cominciati 12 anni fa, ma che ha trovato la sua massima espressione grazie alla collaborazione con 9ff Engineering negli ultimi 6 anni.
Che tipo di elaborazione hai messo a punto per raggiungere un simile traguardo?
L’auto di base è una 997 Turbo manuale con cilindrata di 3.6-litri capace di 480 cv, ora divenuto un mostro e da cui scaturisce il nome dato da 9ff di “Monster”. La cilindrata è stata portata a 4.1-litri soprattutto lavorando sulla corsa, oltre a questo si sono usati pistoni speciali con materiali impiegati sui top fuel in grado di sopportare 500 cv a cilindro, con bielle abbinate in grado di sopportare una coppia di oltre 2.000 Nm. Tutto ciò ricordando che il basamento e le teste impiegate, con le dovute lavorazioni, sono su listino di mamma Porsche Motorsport, a dimostrazione di come la casa costruttrice sia tra le più avanzate al mondo.
Infine abbiamo un cambio sequenziale Holinger custom, dove in sesta marcia si possono raggiungere i 411 km/h, oppure toccare i 200 all’ora con partenza da fermo in 5 secondi e se si continua ad accelerare si raggiungono i 300 km/h in 9 secondi. Tutto questo abbinato ad elettronica da corsa Syvecs con 12 strategie di mappatura configurabili in tempo reale.
Come mai questa viscerale passione per la velocità?
Sicuramente tutto questo è pazzesco, ma voglio sottolineare che non amo solamente l’accelerazione che produce o la velocità che raggiunge ma l’emozione, l’ansia, la soddisfazione, la paura e l’adrenalina che il prodotto finale partorito da una propria idea è in grado di generare.
Come la spiegheresti a qualcuno lontano da questo mondo?
Sarebbe bello far capire e provare questa sensazione mista ad emozioni anche a chi vive fuori da questo mondo, ma come spiegare l’amore a chi non ha mai amato?!
E poi, senza amore sconfinato e spassionato non si possono raggiungere certi traguardi. In questi lunghi anni ho trovato mille ostacoli sul mio percorso lavorativo. Drammi familiari come la perdita dei genitori e problemi di salute che avrebbero fatto rinunciare chiunque ma di sicuro non me, ovviamente supportato ed aiutato in ogni momento dalla persona più importante della mia vita, mia moglie Serena senza la quale non sarebbe stato possibile nulla di tutto questo. Poi oltre a questo ci sono state e ci sono crisi mondiali economiche, che hanno messo in difficoltà le imprese e di riflesso le capacità di investire su un progetto così impegnativo.
Allo stesso tempo ho riscontrato inizialmente grossi limiti su territorio italiano per quanto riguardava riportare ed ingegnerizzare le mie idee applicate alla vettura, che poi ho risolto progressivamente con 9ff, leader mondiale per la costruzione e personalizzazione del marchio Porsche tramite l’ingegner Fatthauer – proprietario dell’azienda stessa – il quale alla luce dei fatti mi ha espressamente ringraziato e confidato che senza la visione ed un pizzico di pazzia di un italiano non avrebbe mai pensato di adottare soluzioni così estreme e mai impiegate prima per la sua concezione di Porsche estrema. Quindi ribadisco tra le righe che noi italiani potenzialmente potremmo essere i migliori al mondo, ma oggettivamente ad oggi posso confermare che non torneremo ad esserlo finché avremo la superbia di non collaborare senza confini o preconcetti. Da imprenditore credo nella specializzazione nei vari settori: tutti che devono e vogliono fare di tutto è soltanto il primo passo verso l’insuccesso o la mediocrità.
Come hai affrontato i momenti difficili durante questo tuo percorso?
Il segreto è di non perdere mai la rotta e la propria visione, anche in presenza di venti avversi o strade che appaiano più semplici, a scapito della retta via che sembra impercorribile. Oggi, detenere un record mondiale probabilmente mi porta ad essere l’unico italiano che vi sia riuscito in questo settore, ma allo stesso tempo mi porta alla fine di un percorso. Quindi metterò per sempre a riposo la mia amata Porsche e penserò ad un’altra sfida da perseguire nei prossimi anni.
Hai già pensato a quale sarà la tua prossima impresa?
Posso dirvi che al momento la Scuderia ha una partnership con le officine Olimpieri, storica realtà della mia città – Viterbo – con annessa carrozzeria e restauro. Magari potrebbe venirci in mente di fare un piccolo salto e costruirci qualche esemplare da zero e passare di livello. Di concreto abbiamo un piccolo grande risultato che spero illumini di positivo una nazione formata da appassionati e patrioti, che a causa del virus sta vivendo momenti terribili, per me questo basta e mi appaga totalmente.
Chiudo brevemente dicendo, che il successo – quello vero, quello interiore – secondo il mio punto di vista è la moneta con cui si viene ripagati dopo aver donato completamente se stessi al prossimo senza riserve, ne secondi fini e tutto questo ci porta verso una serenità che ci permette di ragionare senza stereotipi imposti dalla società e da quello che conosciamo, solo così potremo far luce e scoprire cosa ci rende e felici e cosa possiamo fare per riuscire ad esserlo.
Grazie per la tua disponibilità Salvatore, ti auguriamo di poter continuare a correre veloce e portare
alto il Tricolore con altri grandi successi.
Grazie ancora per l’opportunità di raccontarmi e spero che la mia storia possa essere un’ispirazione ed una speranza per chi ha smarrito il sentiero dei propri sogni.
Intervista a cura di Alessandro Marrone / Foto concesse da Scuderia Forieri