Gentleman Driver
Forse, per Maurizio, l’acquisto di questa bella MG A era scritto nel destino, infatti l’attestato di BMIHT (British Motor Industry Heritage Trust) riporta il giorno di costruzione 21-9-1960 ed il giorno di spedizione negli USA 23-9-1960, ed il particolare interessante è che il giorno di spedizione corrisponde esattamente alla sua data di nascita. A questo possiamo aggiungere che MG sono le iniziali del nome della sua compagna Maria Grazia, quindi era proprio scritto.
Maurizio, che già ha avuto altre auto d’epoca come una Porsche 911T del 1967 ed una Chevrolet Sedan De Luxe del 1940, ha voluto provare un’inglesina classica e dobbiamo dire che la scelta è stata senz’altro azzeccata. La MG A del 1960, come detto di provenienza americana, è stata riverniciata dal precedente proprietario nel tipico British Racing Green con interni beige, mentre in origine era nera. Non essendo un esperto meccanico, confessa anche un’iniziale diffidenza verso le vetture britanniche, spesso accusate di inaffidabilità, e per sua fortuna ha potuto sconfessare queste maldicenze, anche con la preziosa collaborazione del suo amico Peppino Cipriani, meccanico di fiducia. Riguardo agli interventi Maurizio dice: “Non ho effettuato modifiche o interventi straordinari ma semplici lavori di manutenzione ordinaria. Personalmente credo che sulle vetture d’epoca non si debba fare lavori di lifting ma solamente conservativi: l’auto deve essere conservata e deve anche mostrare i segni del tempo (come le rughe per una bella signora, che nonostante l’età mostra la sua bellezza del passato)”. È affascinato dalle linee stupende e morbide della vettura, ne apprezza l’ottima guidabilità, specialmente nelle sue zone delle Langhe, del Roero e del Monferrato, la campagna e i saliscendi sono le strade ideali per godersela al meglio, magari con i capelli al vento. Ci sono poi alcuni particolari strani come la mancanza delle maniglie sulle portiere, per cui è necessario far scorrere i finestrini e tirare poi la cordicella interna. Alla domanda: “Dove vorresti guidare la tua MG A?”, Maurizio teme forse di rispondere in modo scontato, ma come dargli torto, vorrebbe poterla guidare nella patria natia della MG A, la dove i prati sono verdi come lei.
La MG A nasce nel 1955 andando a sostituire l’ormai vetusta serie T. La sua progettazione risalente a tre anni prima è opera del disegno di Syd Enever. Fu necessario un nuovo telaio per rendere la posizione di guida più bassa. Il nome del progetto doveva essere UA, ma fu poi chiamata MG A. Il motore utilizzato era nuovo tipo B-series creato dalla BMC, che consentì anche un abbassamento del cofano motore a tutto vantaggio dell’aerodinamica e della linea, certamente piacevole e accattivante, muso lungo, porte a scendere nella parte posteriore, parafanghi pronunciati e coda sottile, paraurti cromati e cerchi a raggi, insieme a degli interni tipicamente British che completavano l’opera. Nel 1958 il motore ebbe la testa in alluminio e una miglior compressione riuscendo a sviluppare 108 cv. Fu dotata poi anche di quattro freni a disco Dunlop, fiore all’occhiello delle inglesi dell’epoca, mentre i cerchi sulla Twin Cam erano in acciaio. La versione standard del 1959 da 1.588 cc sviluppava 79,5 cv ed ecco come nacque la MGA 1600. Le differenze estetiche rispetto al modello precedente erano minime. Nel 1961 fu aumentata la cilindrata a 1.622 cc, facendo risultare l’auto più rilassante alle alte velocità, ma l’adozione di alcune modifiche estetiche andò ad appesantire un po’ il bel disegno originale. Nel 1962 uscì di produzione.
Modelle: Brunilde Bonechi, Giusy Picariello