A cura di Marco Mancino / Credits fotografici ai rispettivi proprietari
Prestazioni e praticità. Due aspetti apparentemente agli antipodi, che nel corso degli anni hanno sempre più assunto le forme della scusa definitiva per consentire agli appassionati della guida sportiva di giustificare il nuovo acquisto alla propria moglie. Estremizziamo, ma la realtà non è neppure lontana, dato che guardando sotto la lente d’ingrandimento, chi mai avrebbe avuto bisogno di una familiare da centinaia di cavalli, quando avrebbe potuto optare per una supersportiva ed una più tranquilla vettura per tutti i giorni? Per fortuna che qualcuno ha avuto la brillante idea di mettere tanta potenza in un unico contenitore che potesse essere utilizzato 365 giorni l’anno, senza per questo motivo snaturare le qualità in termini di comfort e praticità di un modello che perlomeno in partenza è stato pensato per un utilizzo più civile.
Di diritto, non appena si menzionano le tanto amate familiari sportive, vengono alla mente Audi RS, AMG Mercedes e l’immortale BMW M5 Touring, la E61 spinta dal mostruoso V10 che ha fatto storia. Ma senza scomodare le cifre importanti necessarie per acquistare l’ultimo modello e neppure guardare alle loro pur sempre emozionanti precedenti generazioni, abbiamo scovato 6 tra le meno scontate wagon sportive che non soltanto meritano un posto nell’album dei ricordi, ma tutte le attenzioni del caso, qualora intendiate mettervi in garage un’alternativa insolita ed entusiasmante, anche a distanza di diversi anni da quando hanno fatto il proprio ingresso sul mercato.
BMW M5 TOURING E34 (1992-1996)
È lei la madre di tutte le wagon ad alte prestazioni. Figlia di un progetto attentamente studiato da BMW per soddisfare le richieste che man mano si facevano sempre più consistenti da parte dei propri clienti, la M5 Touring serie E34 fu la prima della specie. In virtù di un progetto di questo tipo, BMW decise che l’unica soluzione per creare qualcosa di destinato a lasciare un’impronta era di costruirla artigianalmente e così il guscio vuoto fu assemblato con parti create ad hoc dal reparto M di BMW, dove si mantenevano ovviamente le linee condivise con la Serie 5 berlina e touring, ma dove la praticità di una carrozzeria a cinque porte con ampio portellone al posteriore avrebbe rappresentato l’involucro di una sportiva da 340 cavalli. Le modifiche estetiche erano però sottili e non facevano perdere alla M5 quella peculiarità di poter accompagnare il fortunato proprietario anche per i più tradizionali spostamenti. Abbiamo in questo caso un piccolo spoilerino in cima al portellone e profili laterali ripresi sia all’anteriore che al posteriore. Per quanto riguarda l’abitacolo troviamo la massima cura per il dettaglio, strizzando l’occhio al lato prestazionale con un volante sportivo a tre razze e un tachimetro con fondo scala che segna 300 km/h. Il 6 cilindri da 3.8-litri scaricava la potenza sull’asse dietro avvalendosi di un cambio manuale a 6 marce ed i 340 cavalli e 400 Nm di coppia erano soltanto una parte dell’esclusivo pacchetto garantito da una vettura costruita in appena 891 esemplari.
MERCEDES-BENZ AMG E36 (1994-1995)
Che ci crediate o meno, sino al 2005 AMG era una realtà a sé che si era saputa particolarmente distinguere per la incredibile AMG Hammer del 1986, ovvero una Mercedes W124 Classe E che disponeva di un V8 da 5.6 cc e 360 cavalli. Questo aveva attirato le preferenze di numerosi clienti Mercedes, che a loro volta potevano scegliere per una configurazione personalizzata che consentiva massima libertà tra cerchi, kit estetici, tuning motore e interni. Battezzata AMG E36, la variante vitaminizzata di una tranquilla Classe E Wagon abbracciava i muscoli ormai tipici della cura AMG e prevedeva un propulsore 6 cilindri in linea che da 3.2 veniva portato a 3.6-litri con un eccezionale incremento di potenza che arrivava a 272 cavalli (+52 dato che la 320 TE ne aveva 220) gestiti tramite cambio automatico. 7 i secondi per scattare da 0 a 100 km/h e 7 i posti a bordo, con i due ricavati nel vano bagagli ad assicurare il primato di “pulmino” più veloce al mondo ad una delle più rare familiari che si possano trovare su strada.
AUDI RS2 AVANT (1994-1996)
Erano i primi anni ’90 e Audi stava portando avanti il progetto P1, quello che sarebbe poi divenuto RS2 e portato a termine con Porsche. Si tratta sostanzialmente di una 80 Avant che prende in prestito piccoli ma importanti tratti del catalogo Porsche, quali specchietti retrovisori, i gruppi ottici inferiori affondati nel paraurti anteriore, i cerchi Carrera Cup da 17 pollici e le pinze freno. Ma ciò che differenzia una RS2 Avant da una semplice 80 Avant si cela sotto al cofano, un 5 cilindri turbo da 2.226 cc, in grado di erogare 316 cavalli e 410 Nm di coppia, ovviamente su entrambi gli assi e gestiti dalla trazione integrale Quattro attraverso un cambio manuale a 6 rapporti. Il propulsore di origine Audi fu pesantemente rivisto da Porsche, con la sostituzione della turbina KKK con una più grande, l’utilizzo di una centralina elettronica Bosch e altri interventi che sono stati in grado di trasformare radicalmente l’essenza del motore e dell’auto stessa, da tranquilla familiare a furiosa divoratrice di asfalto.
VOLVO 850 ESTATE R (1994-1996)
Presentata nel 1994, in concomitanza con il ritorno di Volvo nel mondo delle competizioni, la 850 scosse pubblico e addetti ai lavori perché rappresentava la prima wagon e schierarsi sulla griglia di partenza del BTTC (British Touring Car Championship). Si trattava del frutto di un grande impegno profuso dalla casa svedese, in collaborazione con il celebre team TWR, ma la controparte stradale che fu prodotta in poco meno di 7.000 esemplari non era di certo meno sbalorditiva. Spinta da un 5 cilindri turbo-alimentato con intercooler, la 850 T5-R vedeva il suo 2.3-litri portato ad una potenza massima di 240 cavalli e 330 Nm di coppia, messi a terra sulla sola trazione anteriore. Esteticamente resa più aggressiva grazie a numerose appendici aerodinamiche, cerchi dedicati da 17 pollici, scarico squadrato e la particolare e preferita colorazione Giallo Crema, la 850 T5-R è oggi apprezzata dagli appassionati come l’autentica portabandiera di un segmento intero, soprattutto prendendo in considerazione le eccezionali prestazioni per l’epoca: 0-100 km/h in 7 secondi netti e velocità massima di 245 orari.
SUBARU IMPREZA WAGON GT 2.0 (1998-2000)
Nel 1998 la Impreza era già un mito indiscusso ed anzi era nel pieno di una meravigliosa storia che avrebbe consacrato Subaru come uno tra i costruttori più interessanti di sempre. Alla base del principio del brand vi erano sicurezza e prestazioni, due caratteristiche che assicuravano gli ottimi risultati guadagnati nel mondo del rally, uno dei focus del marchio quando la Impreza stessa si pose l’obiettivo di sostituire la vecchia Leone. Sulla base della prima serie ed a partire dal 1998 per arrivare fino al nuovo millennio, la Impreza – all’epoca disponibile anche in versione Wagon – concesse la possibilità di disporre del motore 4 cilindri boxer da 2-litri e 218 cavalli anche per la variante cosiddetta familiare. Allo stesso modo, l’estetica della versione GT si assicurava paraurti più pronunciati, prese d’aria, spoiler al posteriore e un assetto dedicato alle prestazioni garantite dalla trazione integrale permanente. Con un peso complessivo che non superava i 1.300 kg, la Impreza Wagon impiegava appena 6,4 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h, con una top speed di 230 orari, senza poi dimenticare l’entrata in scena del turbo, che dopo un immancabile quanto leggero lag, arrivava come un calcio nella schiena a spingere guidatore, passeggeri e bagagli, i quali avrebbero goduto di percorrenze di curva da fantascienza.
SAAB 9-3 AERO XWD SPORTCOMBI (2004-2008)
Dopo ben due anni dall’arrivo della nuova 9-3 berlina, Saab introduce la variante wagon e, a discapito di quanto si preventivasse data la collaborazione con Opel/Vauxhall, non condivideva nessun pannello con la cugina Vectra. Accantonato almeno per un attimo il fatto che i costi di produzione fossero così lievitati, bastava vederla dal vivo per rendersi conto che il suo look quasi da concept car aveva garantito al marchio svedese di delineare una personalità che non aveva nulla a che spartire con le noiose rivali. Ma la 9-3 che interessa a noi è ancora più speciale, infatti la Aero XWD SportCombi che merita di essere ricordata non solo tra le grandi Saab (qualcuno ha detto 900 Turbo?) rappresenta una delle più efficaci familiari prodotte sino al 2008. Tutto questo grazie ad il perfetto connubio tra lo spazio offerto da una wagon di 4,6 metri, che si avvaleva di un potente V6 da 2.8-litri in grado di erogare 280 cavalli e di sfruttarli realmente grazie alla trazione integrale. Disponibile sia con cambio manuale, che automatico – entrambi 6 rapporti – questa 9-3 metteva anche in gioco 400 Nm di coppia, che abbinati ad un peso che si attestava attorno ai 1.500 kg garantiva prestazioni da sportiva di razza. Qualche numero? 6,5 secondi sullo 0-100 e 250 orari di velocità massima.